Servizio civile

Se da una parte mi sento privilegiata per avere la possibilità di essere a contatto con la vera umanità, con i più umani tra gli umani, di avere accesso ad un tesoro che molti non scopriranno mai, dall’altra mi sembra a volte che finché questo tesoro, questa parte così vera dell’umanità resta invisibile ai più, sarà difficile pensare ad un mondo diverso. Lottare e impegnarsi perché le persone possano godere almeno dei diritti essenziali è molto, è vero, ma non è abbastanza!

– – – – – – – – – – – – – – – – – – –

Il Servizio Civile Nazionale nasce dall’esperienza dell’obiezione di coscienza e continua ad essere per noi il tentativo di costruire una società capace di dialogare e di affrontare i conflitti senza pagare il dazio alla violenza.

Il servizio civile può diventare l’elemento provocatore rispetto ad un sociale che si deve muovere nella prospettiva dei diritti per non accontentarsi di diventare il complice di una politica dell’elemosina che ha come piccolo obiettivo quello di regalare ai più deboli solo le briciole dell’ assistenza.

L’accoglienza in questo senso assume ai miei occhi un valore straordinario, terapeutico (non solo per chi è accolto, ma anche per chi accoglie), è parte integrante della cura perché significa riconoscere la dignità, il valore e i diritti di ogni persona, creare uno spazio che rassicura e rafforza

 

I nostri progetti presentano alcuni aspetti qualificanti dai quali non possiamo prescindere per un proposta di servizio civile realmente significativa:

La Pace. Una Pace che trova nella ricerca della giustizia il fondamento necessario al suo evolversi. Operare nel sociale significa aggredire quelle cause di malessere che vengono da scelte strutturalmente violente e possono originare conseguenze altrettanto violente. La prospettiva del servizio deve svilupparsi sugli scenari del bene comune, dentro la complessità di una società che continua non solo tollerare e ma ad alimentare povertà.
La formazione. Strumento chiave per qualificare la scelta del servizio civile, è intesa sia come comunicazione e interscambio di competenze che come accompagnamento dei giovani verso i percorsi della solidarietà. Un’occasione per intercettare le richieste di senso che i giovani fanno alla società e ai modelli che essa propone.

La cittadinanza attiva e responsabile diventa quindi l’obiettivo pedagogico: una cittadinanza capace di esprimere in forme di lotta e di nonviolenza l’attenzione ai poveri e agli ultimi, non in termini di assistenza ma in termini di promozione e di conquista di diritti.

L’educazione alla giustizia, radicata nell’approfondimento della dimensione teologica della carità, deve permettere al servizio civile di potersi inserire con naturalezza e come sbocco vocazionale significativo nei percorsi educativi che accompagnano i giovani nella loro crescita umana e cristiana.