Se da una parte mi sento privilegiata per avere la possibilità di essere a contatto con la vera umanità, con i più umani tra gli umani, di avere accesso ad un tesoro che molti non scopriranno mai, dall’altra mi sembra a volte che finché questo tesoro, questa parte così vera dell’umanità resta invisibile ai più, sarà difficile pensare ad un mondo diverso. Lottare e impegnarsi perché le persone possano godere almeno dei diritti essenziali è molto, è vero, ma non è abbastanza!
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Il Servizio Civile Nazionale nasce dall’esperienza dell’obiezione di coscienza e continua ad essere per noi il tentativo di costruire una società capace di dialogare e di affrontare i conflitti senza pagare il dazio alla violenza.
Il servizio civile può diventare l’elemento provocatore rispetto ad un sociale che si deve muovere nella prospettiva dei diritti per non accontentarsi di diventare il complice di una politica dell’elemosina che ha come piccolo obiettivo quello di regalare ai più deboli solo le briciole dell’ assistenza.
L’accoglienza in questo senso assume ai miei occhi un valore straordinario, terapeutico (non solo per chi è accolto, ma anche per chi accoglie), è parte integrante della cura perché significa riconoscere la dignità, il valore e i diritti di ogni persona, creare uno spazio che rassicura e rafforza