Campagna globale – “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”

«Lo scandalo mondiale di circa un miliardo di persone che ancora oggi soffrono la fame. Non possiamo girarci dall’altra parte e far finta che questo non esista.

Il cibo a disposizione del mondo basterebbe a sfamare tutti.

Invito tutte le istituzioni del mondo,  tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana, a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo».

Così Papa Francesco presenta la campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti” che dal 10 dicembre 2013 vede impegnate le Caritas di tutto il mondo. Il Santo Padre ha inviato un video-messaggio con Caritas Internationalis per presentare l’iniziativa.

 

Una sola famiglia, cibo per tutti

 

Alcuni punti chiave

Una persona su otto non mangia tutti i giorni a sazietà eppure c’è cibo abbastanza per tutti.
Ogni persona che muore di fame ci mette di fronte all’agonia di Gesù in persona.
Dio si è sempre interessato del nostro pane quotidiano: dall’offrire il pane nel Tempio allo spezzare il pane di Emmaus, dalla manna dell’Esodo alla moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Lottare contro l’egoismo, lo spreco, lo sfruttamento dei più vulnerabili e il monopolio della terra.
Promuovere le competenze e le capacità dei poveri, dei giovani, delle donne e dei contadini.

Il lancio della campagna coincide con il periodo dell’Avvento, questo tempo importante che ci è dato per approfondire il mistero dell’incarnazione di nostro Signore, “venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10,10). Gesù ha proclamato beati gli affamati, ma ha anche assicurato loro la Sua presenza e la piena solidarietà, perché potessero contare sulla grazia e sul pane necessari per una vita degna e giusta.

Scarica il comunicato stampa

 

Cosa viene chiesto alla comunità cristiana

L’appello che lancia il Cardinal Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, suona come un’eco all’esortazione del Beato Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo dell’Anno 2000: “È l’ora di una nuova «fantasia della carità», che si dispieghi non tanto e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione” (NMI, 50).

Questa nuova fantasia della carità deve incoraggiare tutti noi a non voltare gli occhi davanti ai bambini e agli anziani affamati, ai contadini spogliati delle proprie terre e sfruttati.

Questa nuova fantasia della carità ci deve spingere ad attingere di più alle risorse della nostra fede cattolica e della nostra umanità, affinché ci impegniamo sempre di più per eliminare questo scandalo.

L’elemento fondamentale di queste risorse si trova nella preghiera, in particolare quella che il Signore stesso ci ha insegnato, il Padre Nostro, e soprattutto nell’Eucarestia.
Dobbiamo entrare profondamente nel mistero dell’Eucarestia, così potremo impegnarci a fare il massimo per restituire la dignità ai nostri fratelli e sorelle privati del cibo sufficiente di buona qualità.

 

Suggerimenti concreti

Cercare di ridurre lo spreco di cibo e organizzare collette di cibo per i più poveri, far conoscere le tecniche di conservazione degli alimenti.
Insegnare a mangiare con moderazione, in quantità e qualità sufficienti, evitare il sovrappeso!

Coinvolgere educatori e giovani nel:

  •  richiedere l’introduzione della tematica del diritto al cibo nei programmi scolastici;
  • organizzare gare e concorsi, preparare spettacoli teatrali sul diritto all’alimentazione;
  • organizzare momenti di confronto sulla cittadinanza responsabile concernenti l’impatto dei comportamenti e delle azioni di ciascuno sul diritto all’alimentazione e l’accesso al cibo per tutti;
  • valorizzare tutte le aree disponibili adatte per la produzione di cibo, sostenere la riforestazione su larga scala e combattere l’erosione dei suoli;
  • sostenere i piccoli agricoltori, in particolare le donne;
  • valorizzare i metodi tradizionali di conservazione e fertilizzazione dei suoli (composti, concimi, ecc.);
  • eliminare gli ostacoli per l’orticoltura realizzata con metodi di coltura moderni che rispettano l’ambiente;
  • fare appelli (advocacy) presso le autorità e i rappresentanti del popolo, presso i governi invitandoli a votare lo stanziamento di fondi per un’agricoltura solida e leggi finanziarie giuste, ecc.