Crisi economica, tempo opportuno per nuovi inizi

Si è concluso il convegno organizzato dalla Caritas di Roma “Giustizia e Carità si incontreranno: le sfide per una comunità che vede, opera ed educa ai tempi della crisi”.

Gli atti ufficiali del convegno con gli interventi dei relatori


«Giustizia e carità sono iscritte da Dio nell’uomo stesso: la carità è il dono più grande che Dio ha dato agli uomini, per questo non può essere la compensazione alla mancanza di giustizia. Deve essere invece la misura dei rapporti umani». Così il cardinale vicario, Agostino Vallini, è intervenuto con una lectio magistralis al convegno “Giustizia e carità si incontreranno” organizzato dalla Caritas diocesana di Roma e che si è svolto questa mattina presso l’Università Lateranense.

Davanti ad una platea di oltre 400 rappresentanti delle Caritas delle parrocchie romane, il cardinale ha poi aggiunto che «se la giustizia è la misura minima della carità, la carità supera la giustizia grazie alla logica del dono». Per questo, il cardinale Vallini, indica «un concetto espansivo di giustizia che abbia come obiettivo il bene comune con l’applicazione del principio di gratuità». La “logica del dono” e la “reciprocità” sono quelle che il vicario indica come «prospettive etiche e culturali di bene comune che consentono alla giustizia e alla carità di incontrarsi nel tessuto della vita sociale e civile». «La logica del dono – ha spiegato il porporato – è l’attitudine all’accoglienza e all’apertura all’altro e nasce dalla consapevolezza che siamo soggetti in relazione, ognuno in debito con gli altri». Conseguente a questo aspetto è la reciprocità «da intendere come una dilatazione della condivisione nelle relazioni reciproche di ciò che si è e si ha». (La relazione integrale del cardinale vicario Agostino Vallini)

La mentalità del “niente si fa per niente” è alla base di una crisi che, prima ancora che economica, è soprattutto culturale e spirituale. Per il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, che ha introdotto i lavori del convegno, «i fondamenti dello sviluppo economico e sociale degli ultimi decenni hanno subito profondi mutamenti nella percezione delle società e nelle prospettive dei governi: il cittadino si è trasformato in cliente e all’interesse per il bene comune si è sostituito l’interesse del singolo». Presentando il programma pastorale nel nuovo anno, in cui la Caritas diocesana promuove una serie di iniziative culturali legate al tema del bene comune, monsignor Feroci ha sottolineato l’importanza di «riaffermare che dono, gratuità e fraternità sono fondamentali per la vera fertilità sociale». (Intervento introduttivo di monsignor Enrico Feroci)

L’equilibrio tra la giustizia e la carità è stato al centro della relazione di Stefano Zamagni. Per l’economista «la giustizia senza carità diventa giustizialismo, la carità senza giustizia è buonismo». La Dottrina Sociale della Chiesa, spiega Zamagni, è quello che consente di camminare tra questi due estremismi. Un percorso quanto mai necessario in questa fase di crisi «che ha visto la globalizzazione sposarsi con la terza rivoluzione industriale, quella tecnologica, dove la povertà sta diventando endemica e aumentano le sacche di marginalità».

La crisi economica come occasione per affermare la cultura del dono e della gratuità è il tema su cui, nella seconda parte della mattinata, si sono confrontati gli economisti Leonando Becchetti e Giuliana Martirani, insieme allo scrittore Marco Guzzi e alla giornalista Daniela De Robert che ha moderato il dibattito.
«Carità – ha esordito Becchetti – non è elemosina che mantiene il misero nel suo stato d’indigenza, ma dare dignità dare diritti e doveri, opportunità d’inclusione e di crescita nel capitale sociale ed umano. Il povero è realizzato quando è messo in condizioni di dare come noi e supera la sua emarginazione». Per l’economia, ha aggiunto Becchetti, occorre l’azione dal basso, il coinvolgimento della società civile, con quello che ha definito “il voto col portafoglio”: «è l’uso dei consumi e dei risparmi per premiare le aziende all’avanguardia nella sostenibilità sociale ed ambientale. È questa la leva per cambiare il mondo».
Una sollecitudine a «riprenderci in mano la possibilità di vivere bene» è giunta da Giuliana Martirani che, nella sua analisi, ha invitato i cristiani a «non separare i talenti spirituali dalle proprietà spirituali».
Per il poeta Marco Guzzi «la crisi è ancora più profonda dell’entità percepita, coinvolge in modo antropologico l’uomo». Per questo, ha poi sottolineato, «la prima carità è quella di comunicare che questa crisi ha un senso: questo è un tempo opportuno per nuovi inizi».