Trincia: il teatro e la cultura per scuotere le coscienze contro “Azzardopoli”

Concorsi a premio, gratta e vinci, slot machine, scommesse sportive, video giochi con premi in natura, lotterie legate a programmi TV. Purtroppo, l’industria dell’azzardo continua a prosperare, grazie soprattutto alla forte lobby economico-politica che è arrivata al cuore delle istituzioni democratiche. Di pari passo, avvertiamo ancora poca consapevolezza e una sorta di rassegnazione, nella società come anche nel mondo ecclesiale, rispetto ai danni che le patologie legate alla dipendenza stanno provocando nelle persone, nelle famiglie e nel tessuto economico e sociale delle nostre città.

Quando nella Capitale d’Italia, nel 2022, si sperperano quasi 5 miliardi di euro (4,962 per l’esattezza), per confidare nella sorte, è evidente il segno di una fatalistica rassegnazione che non ci sono altre strade percorribili per costruire un presente o un futuro più sereni. Solo a Roma ci sono 50.000 slot machine e 249 sale gioco che costituiscono la principale rete fisica di questo “intrattenimento” e se aggiungiamo i canali on line, divenuti ormai quelli preferiti, non ci si può sorprendere se in media a Roma si scommettono annualmente 1.763 euro a persona!   

L’azzardo, nelle sue molteplici espressioni – dal vecchio lotto e superenalotto di cui è stata appena prorogata la quarta estrazione settimanale (perché non arrivare a sette?), al gratta e vinci, alle lotterie, ai “pacchi” e alle “ruote” di turno, alle scommesse sugli eventi sportivi – è come una grande resa della capacità dell’uomo di costruire i suoi percorsi di promozione umana e di sviluppo, di fronte al dilagare del primato del denaro e delle tecnologie senza limiti per raggiungere una illusoria felicità.

Questo primato è il frutto di una povertà educativa e spirituale che attraversa tutte le generazioni, alcune delle quali più esposte di altre e che può essere affrontata solo attraverso una straordinaria mobilitazione delle persone, delle comunità civili e religiose e di istituzioni pubbliche ed economiche convertite alla concretezza delle scelte da compiere per tutelare il bene comune.

E’ indispensabile aprire gli occhi e curare l’ascolto profondo tra di noi, delle persone, nelle nostre case; nelle scuole; nei luoghi del lavoro e dello sport; nei condomini; nei centri di accoglienza, di cura e di assistenza, nei luoghi di ritrovo e di culto. Allora potremo cogliere facilmente la presenza di segni inequivocabili di questa cultura della scommessa che tende a prendere un po’ tutti e coinvolgere inizialmente pochi euro che finiscono poi con il crescere a dismisura, fino a travolgere le “paghette”, gli stipendi e le pensioni di cui disponiamo. Dietro alla parola sovraindebitamento si celano queste ed altre situazioni che spesso finiscono per gettare nel panico e nella disperazione singole persone e famiglie, incapaci di liberarsi del fardello di debiti contratti per pagare altri debiti  e, non di rado, “costrette” a rivolgersi ai mercati illegali del credito (gli strozzini di prossimità che ritornano, oppure quelli sempre presenti delle organizzazioni usuraie), anche perché quello legale è sempre più dominato da regole e procedure sempre più impermeabili alle richieste di persone, famiglie, imprese, normali ma con qualche possibile fragilità.

L’azzardo non è ineluttabile, si può contrastare recuperando il valore dell’istruzione, della cultura e della vicinanza umana che sfocia facilmente nella solidarietà. L’azzardo è invincibile invece nella solitudine. Ecco perché il dialogo, l’ascolto profondo e gratuito, perché non segnato dal giudizio dell’altro, sono due potenti armi della convivenza civile e della solidarietà.

Guardando all’amata Chiesa mi chiedo, perché non utilizzare i percorsi di preparazione ai sacramenti per i bambini, come per gli adulti; di riflessione e di preghiera; per aprire gli occhi e i cuori delle persone, delle famiglie e delle comunità, rispetto alle dipendenze e ai danni che l’azzardo provoca, fino a diventare una vera e propria patologia?  E’ stato di circa 146 miliardi di euro in Italia il perimetro del mercato legale dell’azzardo nel 2022, di cui 80-85 miliardi spesi on line, con un guadagno per lo Stato di appena l’1%, cioè 800-850 milioni di euro, a fronte degli enormi costi sociali e di assistenza che l’azzardopatia (cioè la dipendenza dal gioco d’azzardo) provoca. Il numero delle persone che soffrono di questa patologia è ormai di centinaia di migliaia di persone in tutta Italia, con una gravissima carenza di strutture socio-sanitarie in grado di assicurare le necessarie cure.

Accanto e prima delle cure sanitarie, c’è però un enorme lavoro di prevenzione da sviluppare che richiede un impegno corale e non occasionale; continuativo e non una tantum. La sensibilizzazione fa parte di questa opera di prevenzione. Intendiamo allora provarci, con rinnovata intensità, come Caritas diocesana di Roma e del Lazio, come “Mettiamoci in gioco” e come Fondazione Salus Populi Romani della Diocesi di Roma, utilizzando queste volta uno spettacolo artistico. Infatti, la “Macchina dei Sogni” è il titolo del musical, scritto da due giovani artisti romani che verrà messo in scena lunedì 22 gennaio 2024, alle ore 20, presso il Teatro Ambra Jovinelli di Roma (Via Guglielmo Pepe, n.45). L’invito è rivolto in particolare a scuole, comunità parrocchiali, civili e religiose, i servizi sociali dei Municipi, i centri di aggregazione giovanile e degli anziani, le società sportive e culturali della Città; gli operatori della informazione e della formazione. L’invito non è solo a riempire il teatro ma a ritrovarci insieme per guardarci in faccia e maturare la decisione di iniziare a fare sul serio, molto meglio insieme che da soli, per superare la rassegnazione e iniziare a contrastare questa autentica piaga del nostro tempo.   

Giustino Trincia
direttore Caritas di Roma