#NoiSiamoTerra

Ci interessa vivere questa terra non come un luogo da sopportare ma come un luogo da custodire e da amare. Il nostro passato ci guarda, il nostro presente è ora e il nostro futuro sarà il dono che lasceremo alle nuove generazioni.

È un terra piena di cose belle: noi, persone capaci di amare, la natura che ci sa ritemprare, l’aria che ci fa vivere, i luoghi dei nostri incontri e delle nostre scoperte… È una terra che non si risparmia e che, nonostante noi, ci dona tutto in abbondanza.

È una terra generosa, che sa creare tutte le condizioni necessarie perché il nostro tempo trascorra in modo adeguato per accompagnare la nostra vita.

È una terra accogliente che può offrire frutti per vivere e crescere.

Questa terra la stiamo tradendo. Stiamo approfittando della sua generosità, violentando le sue ricchezze più vere e profonde. Non metalli preziosi o pietre colorate. Stiamo violentando la sua possibilità e il suo impegno a garantirci una vita vissuta con dignità.

Noi non siamo altro da lei, siamo dentro lei e viviamo grazie a lei.

Con questa Campagna vogliamo prenderci del tempo per ricordarlo.

Un solo mondo. Un progetto comune
L’azione dell’uomo appare oggi essere talmente rilevante e inedita nella storia del pianeta da aver giustificato la definizione di “Antropocene” per la corrente era geologica, nella quale l’Homo sapiens assume il ruolo e la responsabilità di forza in grado di alterare gli equilibri naturali spingendosi oltre i limiti di sicurezza necessari al mantenimento del suo stesso benessere sociale e psico-fisico.

Oltre ai problemi direttamente derivanti dall’utilizzo di fonti fossili, conseguenze rilevanti derivano dai rapporti tra cambiamenti climatici e contaminazione di suolo, acqua e catena alimentare così come da una gestione non sostenibile di agricoltura, allevamenti, rifiuti e biomasse. La presenza di ampie diseguaglianze ambientali, gestionali, sociali, economiche e sanitarie in diverse aree del mondo e del nostro Paese amplifica gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e rende non più rimandabile l’adozione di soluzioni concrete per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ormai chiaramente delineati a livello internazionale. La CO2, il gas serra prodotto dall’attività umana, è responsabile del 63% del riscaldamento globale.

ISDE, International Society of Doctors for Environment, 2018

 

La prima raccomandazione degli scienziati è di ridurne le emissioni del 25% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010, per essere completamente azzerate entro il 2070.

IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, 2018

 

Tra il 2008 e il 2014 oltre 157 milioni di persone sono state costrette a spostarsi per eventi meteorologici estremi: siccità, desertificazioni, alluvioni. Nel 2017 a livello mondiale ci sono stati 30.6 milioni di sfollati interni, più del numero dei rifugiati internazionali. Il 61% di questi, ovvero 18.8 milioni di persone, a causa di calamità naturali.

IDMC, International Displacement Monitoring Agency, 2018

 

La crisi idrica si configura tra i maggiori rischi alla base di conflitti e movimenti migratori. Le migrazioni oggi possono sempre di più essere spiegate in termini di scarsità, accesso e gestione dell’acqua, e in molti casi sfociano in conflitti per il controllo delle risorse idriche. Secondo gli ultimi rapporti il 30% della popolazione mondiale non ha acqua potabile mentre il 60% non dispone di servizi igienici adeguati. La complessità del legame tra agricoltura, cibo e migrazioni è evidenziata anche dal massiccio incremento delle migrazioni interne: oltre un miliardo di persone che vivono in realtà in via di sviluppo si sono spostate dai propri luoghi di origine pur non varcando i confini dei propri Paesi. L’80% dei movimenti riguarda le aree rurali. (dati FAO 2018). L’Atlante mondiale della desertificazione, realizzato dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea, ha evidenziato al riguardo che oltre il 75% della superficie terrestre è già degradata e che questa percentuale potrebbe raggiungere il 90% nel 2050. L’Africa e l’Asia sono i continenti più colpiti. Si stima che nel 2050 potremmo arrivare a 700 milioni di persone sfollate a causa di problemi legati alla scarsità delle risorse del suolo.

A SUD ONLUS, Crisi ambientale e migrazioni forzate, 2018

 

COSA VOGLIAMO FARE

Vogliamo sostenere due progetti rivolti alla cura e alla salvaguardia del Creato.

Vogliamo migliorare le condizioni di vita dei più deboli, dei bambini, delle loro famiglie e delle loro comunità.

Vogliamo raccontare e far conoscere la realtà.

Vogliamo invitare a riflettere sui perché che si celano dietro alle diseguaglianze.