Rifugiati: al via il progetto Spes

Un progetto rivolto ai richiedenti e titolari di protezione internazionale vittime di torture e violenze con percorsi individualidi riabilitazione psico-sociale

In continuità con esperienze progettuali promosse nelle precedenti annualità, il 1° luglio la CRS Cooperativa Roma Solidarietà promossa dalla Caritas di Roma, ha avviato il Progetto “S.P.E.S. – Sostegno Psicologico e Sociale per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, vittime di tortura e violenza”, co-finanziato dall’Unione Europea con il Fondo Europeo per i Rifugiati 2008-2013 (PA 2010, Azione 1.1.B). Il progetto, gestito dall’Area Immigratie dall’Area Sanitaria della Caritas di Roma, si propone di contribuire al miglioramento delle condizioni di accoglienza dei richiedenti e titolari di protezione internazionale che abbiano subito torture e violenze, attraverso percorsi individuali ed integrati con attività ad personam di riabilitazione psico-sociale, interventi di accoglienza residenziale, misure per contribuire al raggiungimento dell’autonomia abitativa e socio-economica, accompagnamento socio-legale.
Gli interventi messi in campo vanno ad investire tutti gli ambiti dell’integrazione (salute, istruzione, formazione e lavoro, casa, attività per il tempo libero) per assicurare una presa in carico globale dei destinatari.
Al fine di garantire l’accoglienza residenziale, è stata allestita una struttura di accoglienza – denominata Centro “SPES” – in favore di 20 destinatari, sia uomini che donne. Per contribuire al raggiungimento dell’autonomia abitativa dei destinatari, sono previste misure di accompagnamento per il reperimento di soluzioni alloggiative autonome o di seconda accoglienza tramite un servizio di orientamento e la possibile erogazione di contributi alloggio.
Sono previsti, inoltre, percorsi specializzati di etnopsichiatria e psicoterapia non previsti dal SSN, per le vittime di violenze e tortura individuate attraverso un’apposita attività di screening condotta presso il Poliambulatorio Caritas. L’équipe medica sarà costantemente in ascolto dei bisogni espressi ed inespressi dei destinatari e sarà in grado di coglierne le potenzialità per avviare un processo di auto-aiuto sperimentale, per almeno 10 persone, con particolare attenzione alle donne. Saranno, inoltre, attivati inteventi specialistici (ad es. psichiatria, ginecologia, ortopedia e traumatologia, odontoiatria, fisioterapia) in collegamento con i servizi sanitari territoriali.
Per favorire l’integrazione socio-economica dei destinatari verranno attivati percorsi di formazione professionale, attraverso l’inserimento di destinatari in corsi di formazione e tirocini formativi, e un corso di lingua e cultura italiana per 10 destinatari presso il Centro Ascolto Stranieri di via delle Zoccolette 19. Inoltre, nella medesima sede è attivo un servizio personalizzato di orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo con la possibile erogazione di contributi economici in favore dei destinatari, volti al superamento di quei fattori che si pongono come ostacoli ad un concreto inserimento lavorativo (ad esempio il pagamento dell’asilo nido per le madri lavoratrici, della patente di guida ecc).
Infine sempre allo scopo di favorire la riabilitazione psico-sociale dei destinatari verranno promosse attività per l’impiego del tempo libero volte al recupero delle capacità relazionali dei destinatari, come i laboratori artigianali organizzati insieme all’Associazione La Lucerna, ed attività ludiche-ricreative e sportive.
Tra le novità proposte dal progetto, vi è la presenza di case manager, operatori qualificati referenti per i singoli percorsi individuali attivati nell’ambito del progetto, che coordineranno le diverse azioni poste in essere a beneficio del medesimo destinatario, favorendo la partecipazione attiva degli interessati e fungendo da raccordo dell’equipe multidisciplinare di progetto (tra cui orientatori al lavoro, operatori dell’accoglienza, psicoterapeuti, assistente sociale, consulente legale).

La scheda del progetto