“I care” è il messaggio che campeggia su una parete della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Cioè “mi importa, mi sta a cuore”. Un motto che ben definisce anche lo spirito che anima il corso di italiano per stranieri promosso dalla Caritas della XX prefettura, inaugurato l’8 gennaio, nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio, al Quadraro. Iniziativa che nasce dall’intento di preoccuparsi di chi, per motivi linguistici, affronta ogni giorno le difficoltà di una barriera che ostacola la piena partecipazione alla vita sociale. Un “I care” tradotto in azione concreta, un segno di attenzione verso chi, privo di una conoscenza adeguata della lingua, rischia di vivere emarginato e senza opportunità di integrazione.
Il corso, al quale si sono già iscritte trenta donne, per lo più di origine bengalese, è pensato per i genitori dei 40 bambini dell’Istituto comprensivo “Gigi Proietti” che già frequentano il doposcuola parrocchiale il lunedì e il mercoledì, dalle 17 alle 18.30, grazie alla disponibilità di 20 volontari, tra i quali insegnanti in pensione.
L’idea della scuola di italiano, ha spiegato il parroco di Santa Maria del Buon Consiglio don Daniele Natalizi, «è nata osservando le mamme che, anche nelle serate più fredde, si ritrovavano nel cortile parrocchiale ad aspettare i figli. Abbiamo pensato a un corso dedicato a loro, da svolgersi durante le ore in cui i bambini sono impegnati con i compiti».
All’inaugurazione del corso erano presenti i vescovi Paolo Ricciardi, ausiliare pr il Settore Est e Benoni Ambarus, ausiliare per la Diaconia della carità. Con loro anche il presidente del Municipio VII Francesco Laddaga, don Claudio Falcioni, parroco di San Policarpo e prefetto della XX prefettura, padre Gaetano Saracino, parroco di San Giuseppe Cafasso, e alcuni insegnanti degli istituti comprensivi “Gigi Proietti” e “Via dell’Aeroporto”.
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