Per un’estate all’insegna della solidarietà

L’estate è un tempo propizio per rigenerarsi nel corpo e nello spirito, per rafforzare i legami familiari e di amicizia, riflettere sui mesi trascorsi e su quelli a venire. I giorni di riposo a disposizione costituiscono un dono prezioso di cui ringraziare Dio padre e coloro che ci mettono in condizioni di goderne.

Il mio pensiero va, anzitutto, a coloro per i quali le ferie, le vacanze estive, sono un lusso, forse una chimera: soprattutto ai bambini, alle persone malate, a quelle più anziane e sole, a chi non ha un lavoro, un tetto dignitoso o vive per la strada.

L’estate non ci esime dal rivolgere il nostro sguardo, la nostra attenzione, la nostra preghiera, a questi fratelli e sorelle e fare il possibile, come singoli, come famiglie, come comunità parrocchiali, affinché si offrano opportunità insperate di riposo e di festa anche se brevi, a coloro che, prima ancora che delle ferie e delle vacanze, sono stati privati della possibilità di una vita dignitosa.

Guardiamoci attorno e con fantasia e coraggio. Proviamo, meglio se con altri soggetti disponibili, ad assicurare qualche forma di concreta vicinanza agli ultimi che restano tali in estate come il resto dell’anno. Povertà e solitudine, spesso sono quasi sovrapponibili tra di loro, trovano antidoti importanti anche se non risolutivi, allorquando ci si organizza per alleggerire il peso di chi ne soffre. Rallegra pensare a quanto sia ricca la nostra città di opportunità di svago e di divertimento offerto ai molti che sono in grado di coglierle. Addolora, al contrario, pensare ai tanti ai quali, per i più svariati motivi, queste opportunità sono precluse.

L’estate per noi animatori della carità è un’occasione preziosa anche per tornare alle sorgenti del nostro impegno, cioè la Parola di Dio e l’incontro con il Risorto attorno al banchetto eucaristico, da poter celebrare possibilmente ogni giorno. L’augurio è dunque che queste settimane siano sotto il segno dell’invito che ci viene rivolto nel I Libro delle Cronache: “Ora, perciò, dedicatevi con tutto il cuore e con tutta l’anima alla ricerca del Signore vostro Dio.” (22,19).

Nei prossimi mesi, saremo chiamati a prendere parte, ed io mi auguro a vivere in prima persona nelle nostre rispettive comunità parrocchiali e religiose, alla nuova tappa del percorso sinodale che la Chiesa di Roma, seguendo le indicazioni del suo Vescovo, Papa Francesco, dedicherà alla fase sapienziale. Una fase nella quale le comunità, insieme ai loro pastori, s’impegneranno in una lettura spirituale delle narrazioni emerse nel biennio precedente – quello dell’ascolto della Città, del grido che viene dai tanti che vivono le più diverse forme di povertà e che sono ai margini della nostra società e forse anche della nostra Chiesa – cercando di discernere “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” attraverso il senso di fede del Popolo di Dio.

Per noi Caritas di Roma, per noi animatori della carità, la fase sapienziale è un’occasione da vivere intensamente e per la quale prepararci bene, per riuscire a discernere cosa significhi oggi essere al servizio della Chiesa di Roma e delle Comunità parrocchiali e rispondere al nostro primario mandato di promuovere la testimonianza della carità.

Buona estate e un abbraccio fraterno a tutti voi!

diacono Giustino Trincia
direttore Caritas di Roma