Ucraina, la storia di Hanna. È un superpotere essere vulnerabili

ragazza UcrainaUn anno di guerra nelle storie dei profughi ucraini accolti a Roma, tra dolore e speranza.

L’ultimo ricordo che Hanna ha dell’Ucraina è la partenza del treno sul quale è salita, dirigendosi verso la frontiera del Paese, mentre vedeva suo padre, con gli occhi lucidi, rimanere fuori dal vagone. In quel momento, ha compreso l’importanza della libertà che aveva prima della guerra e delle cose che aveva dato per scontato fino a quel momento, a cui ora pensa con nostalgia. La scelta di lasciare l’Ucraina non è stata fatta solo per mettere in salvo la sua vita. È stata soprattutto una scelta d’amore.

A soli 20 anni, Hanna è arrivata a Roma con un piccolo zainetto contenente i suoi documenti d’identità e il computer, l’unico strumento che le avrebbe consentito di proseguire i suoi studi universitari online e, soprattutto, l’unico oggetto che le è rimasto della sua vita passata. Il senso di colpa di aver lasciato il suo amato Paese per seguire il suo fidanzato, insieme alla mancanza di persone che potessero aiutarla a superare i suoi dubbi, hanno reso i primi mesi in Italia molto difficili. Poi ha incontrato le suore Paoline, attraverso il progetto di accoglienza diffusa coordinato dalla Caritas diocesana, che hanno sostenuto la sua voglia di vivere e ricominciare, incoraggiandola a una nuova assunzione di responsabilità verso le scelte che daranno forma al suo cammino futuro.

La mancanza dei parenti, delle passeggiate con gli amici e degli abbracci nei momenti difficili è grande e di certo non potrà mai essere cancellata, così come non potrà essere cancellata facilmente l’idea che, al di là dell’esito della guerra, il futuro della sua famiglia sarà difficile: vivere in un Paese dilaniato dal conflitto non potrà mai essere facile.

Quando le viene chiesto come vede il suo futuro, Hanna sorride ma il suo sorriso porta con sé il peso dell’incertezza e della paura che tale domanda comporta. Come può una giovane donna, strappata improvvisamente dalle sue radici e dai suoi sogni, trovare risposte a una domanda a cui nemmeno una persona in condizioni normali potrebbe rispondere facilmente? In questo periodo di incertezza, tuttavia, emerge chiaramente il superpotere degli esseri umani di risorgere nei momenti più bui ed Hanna è la personificazione del sorriso e della resilienza del suo popolo di fronte all’ingiustizia.

Testimonianza raccolta dagli operatori dell’Equipe Ucraina

Caritas Roma è attiva in nome della Diocesi di Roma per rispondere all’emergenza in atto a causa della guerra in Ucraina, accogliendo le famiglie nei servizi diocesani – mense, ostello, poliambulatorio, empori della solidarietà – e nella rete di “accoglienza diffusa” attraverso le parrocchie e gli istituti religiosi. Attualmente, sono accolte dalla rete ecclesiale 174 persone, di cui 55 nuclei familiari con 73 minori.