Emergenza terremoto in Turchia e Siria

È possibile sostenere gli interventi, attraverso la rete attivata da Caritas Italiana (www.caritas.it) per questa emergenza, nelle seguenti modalità:
Conto corrente postale 001021945793
IBAN: IT 50 F 07601 03200 001021945793
Causale “Terremoto Turchia e Siria 2023”
intestato a Fondazione “Caritas Roma” – ONLUS
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AGGIORNAMENTI

10 febbraio

La Diocesi di Roma istituisce un fondo straordinario per l’emergenza terremoto in Turchia e Siria e tramite la Caritas di Roma invia i primi 50.000 euro al cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, come segno immediato di solidarietà per contribuire agli aiuti immediati alle popolazioni così duramente colpite.
Facendo proprio l’appello di papa Francesco, che invita alla preghiera e ad azioni concrete, il cardinale Angelo De Donatis, vicario per la Diocesi di Roma, ha contattato la nunziatura in Siria per esprimere la solidarietà della Chiesa di Roma e assicurare la vicinanza in questa fase di emergenza. 
La Caritas di Roma ha inoltre attivato un fondo a cui invita le persone e le comunità ad aderire per organizzare gli aiuti concreti alle due Chiese di Turchia e Siria, partecipando anche alla colletta nazionale indetta dalla Conferenza episcopale italiana.
In tutte le comunità parrocchiali di Roma, domenica 26 marzo (V di Quaresima), le offerte raccolte durante le celebrazioni eucaristiche saranno dedicata al fondo come segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà quella anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la vicinanza alle persone colpite.

7 febbraio 2023

«A Iskenderum oltre alla cattedrale anche gli uffici di Caritas Anatolia sono inagibili. Gli operatori e i volontari sono tutti in salvo ma molti hanno case distrutte e familiari dispersi. Stanno continuando a lavorare per organizzare gli aiuti utilizzando i pochi spazi agibili, perfino il giardino. Gli sfollati sono accolti nei parcheggi. Hanno bisogno di tutto: pasti caldi, coperte, acqua potabile, riscaldamento». Lo dice Daniele Bombardi, operatore di Caritas italiana che sta operando in collaborazione con Caritas Turchia, nell’organizzazione degli aiuti umanitari alle vittime del terremoto di magnitudo 7,9 che nella notte del 6 febbraio ha colpito la Turchia e la Siria.
A Iskenderum e dintorni sta intervenendo Caritas Anatolia, che copre un territorio pari a metà della Turchia ma ha pochi operatori e si sostiene soprattutto con il volontariato. Intervistato dal Sir Bombardi riferisce che «hanno iniziato a distribuire beni che avevano già in magazzino e ci stanno chiedendo di inviare denaro per acquistare il necessario in loco. Al momento c’è ancora la difficoltà di capire l’entità dei bisogni ma la situazione è molto preoccupante». Caritas raccomanda ai donatori di non fare raccolta di generi alimentari o materiali ma di inviare soldi. Caritas italiana ha infatti lanciato ieri una colletta nazionale e la Cei ha stanziato 500.000 euro.  La rete internazionale delle Caritas si sta coordinando in queste ore. Appena monitorati i bisogni tra qualche giorno lancerà un appello. È possibile sostenere gli interventi per questa emergenza con i riferimenti in fondo alla pagina.
In Turchia la Caritas, in coordinamento con le autorità locali, sta accogliendo gli sfollati in luoghi sicuri all’aperto. Ha già distribuito coperte e pasti caldi per le persone sfollate a Iskenderun. Presso l’episcopio sono stato messi a disposizione spazi all’aperto che al momento restano i più sicuri.
In Siria, la Caritas locale era già attiva in gran parte del territorio colpito da prima del terremoto, con programmi di assistenza umanitaria, sanitaria e riabilitazione economica. Un’area particolarmente complessa che accoglieva già molti sfollati di una guerra che ha ancora focolai di conflitto.

6 febbraio 2023

Centinaia le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti dal potente terremoto di magnitudo 7,8, che ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche.
“La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia.
In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80 percento della popolazione vive in povertà.
“A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.
La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria.
Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità. Caritas Italiana, impegnata da anni nei due Paesi, è in costante contatto con le Caritas locali e la rete internazionale per offrire aiuto e sostegno. Il direttore, don Marco Pagniello, fa appello a “un’attenzione solidale da parte di tutti verso aree del mondo già segnate da conflitti dimenticati e da povertà estrema”,