Un dramma annunciato, a Roma cresce la prostituzione minorile

“La prostituzione minorile è uno dei fenomeni più inquietanti che ha come vittime i minori, sia bambine che bambini. E che purtroppo vede sempre più protagonisti anche bimbi con meno di 14 anni, quindi anche di 13, di 12 o di 10 anni. Nell’ultimo anno giudiziario sono stati 31 i nuovi procedimenti”, nel circondario del tribunale e della Procura di Roma. Lo ha detto il pm Maria Monteleone, sostituto procuratore a Roma e coordinatrice del pool che si occupa dei diritti dei minori, nel corso dell’audizione alla commissione parlamentare di inchiesta per l’infanzia e l’adolescenza.

La scoperta di una crescita della prostituzione minorile non può che allarmarci. Eppure,  e bisogna dirlo con chiarezza una volta per tutte, non c’è poi molto da sorprendersi. Quanti si sono occupati per molti anni del rapporto tra i media e minori, sono ben consapevoli del fatto che  i contenuti audiovisivi di violenza, pornografia più o meno soft, incitazione al disprezzo e allodio avrebbero finito col produrre effetti devastanti a distanza di anni.

La loro consapevolezza non nasceva da una misteriosa capacità profetica o da un’intuizione originale.  Come riferimento è disponibile  una sterminata letteratura scientifica internazionale (migliaia e migliaia di studi) sull’impatto dei contenuti mediatici che dimostra inequivocabilmente la correlazione tra esposizione alla rappresentazione audiovisiva della violenza e aggressività o desensibilizzazione dei ragazzi , tra fruizione di contenuti ipersessualizzati, dove il sesso è presentato come semplice consumo e precocizzazione e strumentalizzazione del sesso nella vita reale, tra incitamento al consumo attraverso il bombardamento pubblicitario e l’induzione di una mentalità consumistica basata sulla gratificazione proveniente dalla coazione all’acquisto.

Le conoscenze  su questa materia si sono stratificate nel mondo nel corso degli ultimi settant’anni (il primo studio,Television and Child, di una studiosa inglese, Himmelweit, è degli anni Cinquanta). Nel primo decennio del 2000 un manipolo di ricercatori consapevoli ha cercato dentro le istituzioni di arginare l’onda di contenuti nocivi che stava arrivando. Non ci sono riusciti, il mercato è stato più forte.  Non è una soddisfazione , ma bisogna pur dirlo. E questi sono i frutti.

Elisa Manna
Ufficio Studi della Caritas di Roma