Grammatica dell’integrazione

Le classi dove si fanno “esercizi di mondo”: la presentazione del libro con il maestro Vinicio Ongini

“In una classe colorata, con bambini stranieri, si fanno esercizi di mondo. Ci si allena su come è il mondo e su come sarà. Loro saranno il volto del cambiamento, della non-paura”. Questo – ha raccontato il maestro Vinicio Ongini nell’incontro di presentazione del proprio libro GRAMMATICA DELL’INTEGRAZIONE – è il motivo per cui il tema dell’integrazione delle persone migranti deve essere affrontato partendo dalle scuole; i bambini sono curiosi ed hanno una grande immaginazione, non hanno quella percezione distorta che a noi incute tanto timore.

Maglio ancora, più che di integrazione sarebbe opportuno parlare di condivisione attraverso l’esperienza quotidiana di pratiche di incontro. Ed è quello che Ongini fa nel suo libro raccontando esperienze e singoli episodi avvenuti nelle scuole di ogni parte d’Italia, cercando d di illustrare la veloce trasformazione del pensiero e delle paure della comunità italiana sull’integrazione: tra gli episodi narrati a titolo di esempio, quello della mamma che inizia a canticchiare Fra Martino campanaro nella propria lingua, ed il figlio stupito che replica “questa canzone l’ho imparata anche io a scuola, ma in italiano!”: la musica, così come l’arte o lo sport, è un grande strumento di integrazione.

Attraverso la raccolta di queste esperienze – introdotte dal giornalista e mediatore culturale Ejaz Ahmad –  si evidenzia una base comune, una sorta di grammatica. Per Ongini la grammatica è la base di un sentimento: occorre trovare spazi di ascolto per conoscerci ed interagire con l’altro, scoprendo che alla fine il mondo è più divertente ed interessante di quanto sembri. E la grammatica, gli fa eco nell’introduzione dell’incontro il responsabile dell’Area Pace e Mondialità Oliviero Bettinelli, è il sistema morfologico che riflette gli elementi costitutivi della collettività del paese. La sfida è quella di accettare di divenire una società “colorata”, con le sfumature delle diverse culture, uscendo dalla presunta sicurezza delle nostre abitudini