«Carità: una storia d’amore disinteressato»

La Settimana della Carità nella parrocchia di San Gioacchino in Prati

Sono dentro la mia parrocchia, la mia chiesa di San Gioacchino in Prati e cerco l’ispirazione per scrivere qualcosa di accattivante e non banale su quello che è successo nelle ultime settimane. È estremamente difficile parlare della Carità senza cadere nella trappola dei cliché sul donare e sul bene gratuito che i più lontani da queste attività non comprendono e non vedono. Volevo parlare degli operatori Caritas della nostra parrocchia come gruppo ultras silenziosi e discreti ma sempre presenti e molto attenti alla realtà sociale del nostro quartiere, guidati dalle nostre suore, le Figlie della Carità, che con il loro velo blu, diventano i capi ultras di questa stranissima tifoseria, così diversa dalla realtà degli stadi italiani, ma che offre lo stesso colpo d’occhio. La “macchietta” che si produce in tal senso non rende la forza e l’energia spesa da tutto questo gruppo di persone. Mi limiterò alla cronaca di ciò che è accaduto nelle ultime settimane sperando di rendere giustizia a ciò che ho visto e vissuto, cercando di ringraziare soprattutto per l’esempio tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto.

Mi sarebbe piaciuto iniziare con “C’era una volta”, come nelle più classiche favole o storie che ci lasciavano ad occhi e orecchie spalancate in attesa di qualcosa di fantastico e di speciale quando eravamo bambini. Perché narrare questa storia all’interno della nostra società moderna, piena di brutture, è veramente come narrare una bellissima favola.

Tutto iniziò con l’incontro del Papa con il clero il 7 marzo, le sue parole hanno iniziato a mettere in moto i pensieri del parroco e dei responsabili della Parrocchia. Verso il termine del suo discorso ci lasciò le seguenti parole: «Adesso vorrei aggiungere una cosa che mi è stato chiesto di fare. Uno dei modi concreti per vivere una Quaresima di carità è contribuire generosamente alla campagna “Come in cielo, così in strada”, con la quale la nostra Caritas diocesana intende rispondere a tutte le forme di povertà, accogliendo e sostenendo chi ha bisogno. So che ogni anno rispondete con generosità a questo appello, ma quest’anno vi chiedo un impegno maggiore affinché tutta la comunità e tutte le comunità siano davvero coinvolte in prima persona».

 L’invito del Santo Padre non è caduto a vuoto ed è stato subito raccolto dalla nostra comunità.  E così si è deciso che per la diciannovesima edizione della nostra SETTIMANA DELLA CARITÀ si sarebbe sostenuta questa campagna, studiando in particolare un progetto concreto che raccogliesse meglio le forze e le idee e toccasse in maniera più decisa la sensibilità delle persone.

Ogni anno la settimana della carità ha visto impegnata la nostra comunità a sostenere un progetto con varie iniziative, specialmente di tipo economico. Abbiamo sostenuto realtà italiane e nel mondo fornendo sempre un puntuale resoconto su ciò che si è raccolto e soprattutto ciò che si è realizzato. E così quest’anno gli operatori Caritas, insieme al parroco, si sono messi subito al lavoro per inquadrare bene il progetto e per  la preparazione di un programma preciso per la settimana. La Provvidenza ci ha invitato a sostenere e ad impegnarci per aiutare la CASA DI CRISTIAN a rinnovarsi: dopo quasi 20 anni di attività ed un flusso ininterrotto di mamme e bambini accolti, ha bisogno di essere riqualificata attraverso una serie di interventi indispensabili per rispondere ai requisiti richiesti e alle esigenze di una struttura di prima accoglienza.

Così già una settimana prima dell’inizio del progetto le bacheche della chiesa si riempivano delle locandine di sensibilizzazione, il Bollettino Parrocchiale conteneva tutte le informazioni e il programma e i responsabili della Caritas sono passati per le aule del catechismo per presentare il progetto ai bambini e ai ragazzi – anche loro con il loro contributo di piccole rinunce hanno sostenuto l’iniziativa – aiutando inoltre a pubblicizzarla con i genitori e tutte le famiglie. Domenica 31 infine si è sensibilizzata tutta la comunità attraverso la lettura di avvisi durante le celebrazioni e la distribuzione dei volantini e dei bollettini parrocchiali al termine della celebrazione oltre alla vendita dei biglietti per la cena comunitaria.

Lunedì subito dopo la celebrazione serale Stefania Protano, responsabile della CASA DI CRISTIAN, ci ha spiegato e raccontato la vita e la storia che passa ogni giorno all’interno della casa. Spiegandoci che essa accoglie mamme con bambini di tutte le età con problemi economici e le segue e sostiene per un periodo. Particolare attenzione è stata riportata sulla missione di don Di Liegro: «Dare voce a chi non ce l’ha».

Martedì si è iniziato nel pomeriggio con la celebrazione eucaristica per gli anziani e i malati con l’ammirazione del sacramento dell’Unzione degli infermi, momento molto forte e intenso della vita parrocchiale e a cui il parroco tiene particolarmente. In serata poi si è svolta la catechesi quaresimale preparata da P. Pietro come da indicazione dell’anno pastorale sul tema della riconciliazione. Ai partecipanti in chiesa è stata proposta una particolare riflessione sull’esame di coscienza. Particolare enfasi e attenzione è stata posta sull’utilità e i benefici spirituali che offre la verifica personale di vita e dell’esame di coscienza giornaliero. La catechesi si è conclusa con un esempio concreto di questa verifica di vita.

Mercoledì in serata in chiesa P. Gianni, superiore della comunità religiosa, ha tenuto una lectio divina sul vangelo del “buon samaritano” con particolare attenzione al tema della carità, intesa come vera attenzione per l’altro. In conclusione ci è stata fornita una visione artistica del vangelo letto attraverso le immagini evocative del quadro di Van Gogh rappresentate proprio il brano affrontato.

Giovedì la nostra chiesa  per tutta la giornata si è svolta con particolare attenzione la solenne esposizione eucaristica sul trono della navata centrale. È l’unica volta in tutto l’anno che il Santissimo Sacramento viene esposto sul trono eucaristico dell’altare maggiore. Con questa giornata si è tornata alle origini della nostra chiesa costruita per diventare sede dell’adorazione eucaristica delle nazioni cattoliche. Durante tutta la giornata tantissimi fedeli sono entrati per poter contemplare e vivere il contatto spirituale con il Santissimo Sacramento esposto. Alle 19 i volontari Caritas hanno accompagnato i fedeli in questa contemplazione con l’animazione dell’adorazione eucaristica comunitaria.

Venerdì durante la mattinata il parroco si è recato in visita agli anziani e ai malati, portando il sacramento dell’eucaristia e dell’unzione degli infermi. In serata invece, con la collaborazione della parrocchia di Santa Maria del Rosario, che dura da anni, si è svolta la via crucis per le vie del quartiere. Numerosi fedeli hanno partecipato alla celebrazione della via dolorosa di Gesù e meditandola. La celebrazione è iniziata a Santa Maria del Rosario e conclusa a San Gioacchino.

Sabato i volontari Caritas hanno passato la giornata nella preparazione della Cena comunitaria che è avvenuta la sera stessa alle 19.30. Un momento di festa per ritrovarsi tutti insieme e fare del bene, sempre molto partecipato e ricercato. Al termine della cena si è svolta una piccola riffa per la vincita del classico uovo pasquale che poi è stato spartito tra tutti i presenti.

Domenica durante tutte le Sante messe è stata ricordata l’importanza del progetto e tutte le offerte raccolte sono state devolute per la Settimana della Carità. A concludere l’evento ci ha pensato il coro parrocchiale di San Gioacchino diretto dal maestro Alessandro Triantafyllou e dal coro polifonico “Beato Angelico della Minerva” sotto la direzione del maestro Valentina Rivis.

Questo percorso ha visto l’impegno incredibile e infallibile di tante persone che come delle formiche hanno portato il peso dell’evento con la leggerezza di chi vive con profondità la verità della carità, vincendo l’egoismo aperti all’altro, soprattutto i meno fortunati, per cercare di riconoscere sempre di più nei volti degli altri gli occhi di un fratello in Cristo Gesù. Ricordando sempre le parole che ci spiegano la vera carità: «La carità non è il disfarsi dei vestiti usati o i pochi spiccioli che diamo ai mendicanti, per mettere a posto la nostra coscienza. La carità deve essere l’amore inteso come condivisione del disagio dell’altro, disponibilità, dedicare un po’ del nostro tempo a coloro che hanno bisogno di aiuto, sia esso materiale o morale o spirituale. Non è necessario essere ricchi per aiutare gli altri, a volte, basta una stretta di mano un po’ più forte, basta un sorriso, una carezza a un bambino in difficoltà. La carità è cominciare ad amare quelli che ci sono più vicini, quelli più indifesi, come i bambini e gli anziani, che hanno particolarmente bisogno del nostro aiuto, per poi allargare questo amore a una famiglia più grande che è quella degli ‘ultimi’ e dei ‘senza voce’». (don Luigi Di Liegro)

Davide Prignano