Andare e tornare: oltre le macerie delle emergenze

Venti anni fa il terremoto in Umbria e nelle Marche. Il ricordo dell’impegno della Chiesa di Roma 

terremoto_UmbriaIl terremoto del 1997 in Umbria e nelle Marche è stato da subito per la Caritas di Roma un impegno a vivere nella condivisione la quotidianità con chi aveva perso tutto.  Dai primi di ottobre di quell’anno, nonostante proprio in quei giorni le morte di don Luigi di Liegro avesse lasciato un vuoto difficile da colmare, la chiesa di Roma e ha riversato, come ricordava in questi giorni don Luigi Filippucci allora direttore della Caritas di Foligno, un diluvio di attenzione, amore e condivisione verso le popolazioni colpite dal terremoto.

Lo stile di presenza, la discrezione e la continuità, la vicinanza alla gente hanno permesso di vivere una esperienza di chiesa silenziosa. operosa e presente. La presenza quotidiana nei campi e l’ascolto discreto nato nella fiducia permetteva di individuare bisogni reali su cui lavorare per costruire il futuro. Non è stata un’esperienza semplice e risolutiva. Le ferite te del terremoto difficilmente non lasciano cicatrici profonde.  Eppure in queste fatiche e in questa sofferenza le decine di volontari partiti dalle nostre parrocchie hanno scoperto che oltre i vestiti il cibo e il tempo donato ci è stato restituito il centuplo grazie alla testimonianza di  una chiesa povera e fragile, capace di stare vicino alla sua gente con continuità;  da una popolazione che con fiducia, dolore e pazienza ha ricominciato subito a costruire, non solo la sua casa ma il suo cuore e le sue certezze spezzate.

Abbiamo imparato che nelle emergenze non sempre è necessario portare aiuto ma è invece sempre necessario condividere, come possiamo, una sofferenza e una fragilità drammatica e incomprensibile. Fare memoria di questo è fare memoria del nostro cammino, è riconoscere che nella relazione e nell’incontro  siamo costretti a spogliarci delle nostre certezze e a ripensarci come un solo popolo. Un popolo che vuole vivere la fede testimoniando con tenacia e umiltà la Carità.