Giornata europea contro la tratta

La campagna di comunicazione della Rete Antitratta e il Dossier di Caritas Italiana

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Il 18 ottobre si è celebrata la Giornata europea contro la tratta. La Caritas di Roma, che aderisce alla Rete delle associazioni Antitratta promosso in ambito regionale, ha aderito alle campagne di comunicazione promosse in occasione della giornata.

Fino ad oggi in Italia sono state liberate oltre 25 mila persone vittime di tratta. Un gravissimo fenomeno che – secondo le stime dell’Organizzazione internazionale della Lavoro – solo nei paesi dell’Unione europea riguarda oltre un milione di donne, uomini e bambini sfruttati sessualmente, schiavi del lavoro o costretti all’accattonaggio.

Il 26 febbraio del 2016 il governo italiano ha adottato il primo Piano nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento. E ha raddoppiato i fondi per contrastare la tratta degli esseri umani: fino al 2015 gli stanziamenti erano stati di circa 8 milioni di euro l’anno, mentre nel 2016 stati resi disponibili circa 15 milioni di euro per 18 progetti della durata di 15 mesi, fino ad arrivare a a 22,5 milioni di euro stanziati nel 2017 per 21 progetti.

In occasione della Giornata e in concomitanza con le Settimane Sociali dei Cattolici che si sono svolte a Cagliari, la Caritas Italiana ha realizzato un dossier informativo sulla tratta nel mondo. In particolare, lo studio ha realizzato un focus sull’Asia, una delle aree più dinamicamente protese verso il futuro. Il dinamismo di questo continente è elemento noto, così come sono noti gli elementi contraddittori di tale dinamismo: una veloce crescita economica (proiettata al 5,7% per il 2016 e 2017, contro il 6,3% dell’anno precedente) che convive con fenomeni di sfruttamento, crimine, corruzione. In Asia vive il 60% della popolazione mondiale, un potenziale enorme, cui corrispondono altrettanto enormi problemi e contraddizioni: secondo l’Asian Development Bank, vi sono in Asia almeno 500 milioni di lavoratori disoccupati o sotto-occupati, pari a otto o nove volte l’intera popolazione italiana. E, allo stesso tempo, 122 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni sono costretti a lavorare per la propria sopravvivenza.

Ma se oggi cambiano le condizioni in cui il lavoro si sviluppa, i suoi vincoli, le sue prospettive, una cosa, però, non può cambiare: il rispetto della dignità umana e l’orientamento al bene comune. È fondamentale cogliere la sfida di standard minimi di lavoro per tutte le donne e gli uomini del pianeta, in particolare lottando contro le schiavitù moderne. Che non sono fenomeni del passato ma realtà ancora diffuse: quasi 25 milioni di persone nel mondo vivono attualmente una condizione di lavoro forzato.

Sono così cinque le sfide a cui occorre rispondere in Asia, ma anche nel resto del mondo, per percorrere la strada dei diritti e della dignità: la sicurezza e le condizioni del lavoro; i salari troppo bassi; il lavoro minorile; i fenomeni di acquisizione ed espropriazione delle terre; la disparità di trattamento tra uomini e donne.

Un lavoro decente richiede adeguate politiche pubbliche: serve una responsabilità diffusa per una iniziativa privata rispettosa delle persone, ma anche un quadro normativo e iniziative pubbliche che tutelino efficacemente i diritti, soprattutto dei più deboli. Per un “lavoro degno” è necessario assumere la responsabilità di un percorso che superi le tensioni tra la realizzazione del diritto dei lavoratori.