Emergenza perenne: così comandano persone senza scrupoli

È la pagina più sporca dell’operazione “Mondo di mezzo” di Roma: il capitolo della gestione dei campi profughi e di prima accoglienza per gli immigrati sbarcati in Italia. Anche lì la mafia è arrivata, infilandosi nel sistema tra bandi e gare d’appalto. Le intercettazioni sono raccapriccianti: «Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno».

Il 12 novembre, in un comunicato stampa sui fatti di Tor Sapienza, parlavamo di anni di abbandono e di politiche sbagliate verso i rom e i rifugiati. Denunciavamo le decisioni prese improntate sull’emergenza e soprattutto – così scrivevamo – «frutto di cooperative senza scrupoli che poco hanno a cuore la sorte delle persone che sono loro affidate». Frasi che sono oggi la fotografia di quello che è emerso.

Davanti a situazioni di questo genere, non è mai la persona ad essere al centro ma l’affare, il denaro. È lo sfruttamento dei poveri per i propri profitti. Ci sono situazioni a Roma che si conoscono benissimo: alcuni Cara, i campi rom, i residence per l’emergenza abitativa.

Per superare il perverso meccanismo mafioso occorre una progettualità che non esiste. Si vive sull’emergenza. E l’emergenza porta alle soluzioni immediate. E nelle soluzioni immediate possono facilmente agire anche le persone senza scrupoli che le utilizzano per se stessi. A Roma ci troviamo di fronte a istituzioni che non collaborano tra loro e non dialogano. Se la Prefettura non dialoga con il Comune e il Comune con la Prefettura e il Municipio con il Comune e la Prefettura, come facciamo? E se non c’è una progettualità fatta bene e in accordo tra le varie istituzioni, come si può pensare di gestire la situazione in modo serio?

Come uscirne? Anzitutto occorre saper vedere quello che realmente succede nel mondo della povertà e dell’emarginazione. E poi essere capaci di progettare. Possibile che a Roma non ci sia qualcuno in grado di fare un progetto serio per queste persone? È mai possibile che non ci sia un percorso che dia loro la possibilità d’integrarsi, così come sono, nell’ambito di un ambiente? E, infine, trovare le persone che davvero amano e abbiano a cuore queste realtà?

(tratta sa www.agensir.it)