25 anni di accoglienza

Si è svolto il 17 dicembre in Campidoglio il convegno per l’anniversario dei Centri di Pronta Accoglienza per Minori con la ministra Cécile Kyengecaritas_minori1

Oltre 8 mila ragazzi provenienti da 90 nazioni: è la dimensione di “25 anni di accoglienza” così come descritto nel report realizzato dalla Caritas diocesana di Roma in occasione del primo giubileo delle strutture di accoglienza per minori che si è celebrato con un convegno in Campidoglio lo scorso 17 dicembre. L’incontro, “Ragazzi lontani…dalla famiglia, dal proprio paese, da se stessi”, ha visto la partecipazione della ministra per l’Integrazione, Cécile Kyenge, e dell’assessore al Sostegno sociale e sussidiarietà di Roma Capitale, Rita Cutini, che si sono confrontate con gli operatori e volontari Caritas e esperti dei servizi sociali per minori.

Dal 1988 ad oggi, la Caritas di Roma ha ospitato 7.821 minori in misura civile e 278 in misura penale, in tre centri di Pronta Accoglienza convenzionati con il Comune di Roma e il Ministero di Giustizia. Dei 6.537 i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia ad inizio di questo mese, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, Roma è la città che ne ospita il maggior numero.
I ragazzi vengono da situazioni di conflitto o povertà, le famiglie spendono dai 7 mila ai 12 mila euro per il viaggio clandestino, in condizioni molto difficili e rischiose. Le famiglie sanno che in Italia possono ricevere un trattamento assistenziale e “investono” sul viaggio, sperando che il ragazzo possa poi trovare un lavoro e mandare le rimesse a casa. Una volta maggiorenni, grazie alla rete di connazionali sul territorio, vengono impiegati nel settore della ristorazione, nei negozi ortofrutticoli e in altre attività ambulanti.
Un flusso di arrivi che è aumentato prima con i conflitti in Afganistan e Iraq, si è ampliato con la primavera araba e vede arrivare i primi giovani anche dalla Siria.

«Il nostro obiettivo è stato, e rimane, quello di sostenere lo sviluppo evolutivo della persona – ha dichiarato Maria Franca Posa, responsabile dell’Area Minori della Caritas e curatrice del report – contrastando le situazioni di emarginazione sociale e culturale che impediscono la piena realizzazione del suo benessere e dei suoi percorsi di vita».

Il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, ha portato l’esperienza romana come riferimento per le politiche di accoglienza nazionali che, ha denunciato, «sono disomogenee per quanto riguarda la durata della procedura di identificazione, la presenza di mediatori culturali e la modalità utilizzata per accertare l’età dichiarata». Rivolgendosi al ministro per l’Integrazione, il direttore Caritas ha chiesto «un approccio integrato alla protezione», con «soluzioni di lungo termine per la loro integrazione». Per questo, monsignor Feroci ha proposto di istituire «un’autorità nazionale specifica e permanente per il monitoraggio delle condizioni dei minori non accompagnati». Altro aspetto problematico riguarda il tema della salute: nel dicembre 2012 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato un documento per garantire l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale a tutti i minori, indipendentemente dallo status giuridico. «Ad oggi – ha fatto notare il sacerdote – non si sono avuti passi in avanti perché solo sette regioni e una pubblica amministrazione hanno ratificato l’accordo, senza applicarlo pienamente». La Caritas chiede perciò al governo di «farsi promotore di un’azione che porti tutte le Regioni all’applicazione dell’Accordo». Il direttore della Caritas, facendo anche riferimento ai molti giovani rom, ha chiesto anche «una una legge che preveda la concessione della cittadinanza italiana con requisiti meno rigidi per i minori stranieri, fondamentale per l’integrazione e l’accesso ai servizi».

Richieste che, secondo la ministra Cécile Kyenge, «vanno viste positivamente e che si vanno ad aggiungere al lavoro che sto facendo a livello nazionale». La rappresentante del governo ha detto che «fin dall’inizio del nostro mandato abbiamo sempre parlato di buone pratiche, di modelli di integrazione politica e di accoglienza dal territorio, che devono essere messe in rete e rafforzate a livello nazionale».
«L’accoglienza dei minori – ha puntualizzato Kyenge – mi sta a cuore. Stiamo lavorando a un sistema nazionale a livello interministeriale, per garantire la protezione dei minori in luoghi sicuri».

Un pensiero ripreso anche dall’assessore capitolino Rita Cutini. «Credo molto – ha spiegato – che attraverso l’accoglienza si possano comprendere i fenomeni dell’immigrazione e passare ad una fase propositiva. Per questo trovo significativo che la Caritas di Roma abbia deciso di celebrare questa giornata con un seminario di riflessione e proposta». L’assessore ha poi annunciato la prossima apertura di un ulteriore centro accoglienza «per dare una risposta di sistema ai numerosi casi presenti sul territorio».