Coronavirus, dagli all’untore. Cinese

C’è sempre, volendo, una buona ragione per dare all’untore. Questa volta l’occasione è il Coronavirus, e gli untori sono i membri della comunità cinese, una delle più laboriose e meglio integrate nel nostro paese. Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle Migrazioni all’Università di Milano, e firma prestigiosa su Avvenire per i temi che ci sono cari, questa volta entra direttamente in un campo nostro, con un editoriale in prima pagina nell’edizione del 1° febbraio, e ci offre la preziosa occasione ci dire due parole sul Coronavirus.In effetti la situazione è tale che la Società italiana di medicina delle migrazioni non ha pensato finora di far sentire la sua voce, benché l’infezione sia certamente seria e meriti molte delle precauzioni che sono state messe in campo dal nostro e da altri paesi. Il fatto è che noi non ci sentiamo di partecipare agli enfatici allarmismi tanto travolgenti nella comunicazione pubblica di questi giorni; parendoci le caratteristiche del virus nel complesso gestibili, e le misure prese più che adeguate, non abbiamo pensato che fosse necessario dire la nostra.
Fortunatamente però Maurizio Ambrosini ne parla, per sottolineare che un’emergenza c’è, e non va trascurata: è l’emergenza razzista che urla “dagli all’untore!”Abbiamo non di rado ironizzato sull’esotismo con cui, non solo la pubblica opinione ma spesso anche persone con responsabilità nella gestione della salute pubblica, hanno ipotizzato l’arrivo nel nostro paese di temibili patologie esotiche, al punto che alcuni di noi l’hanno battezzato “Sindrome di Salgari” (leggi l’approfondimento), per ricordare come il creatore di Sandokan non avesse mai visto i luoghi che con tanta maestria descriveva. Proprio come gli allarmisti profeti di invasioni di terribili virus, batteri e parassiti esotici non hanno mai visto nulla di ciò di cui a sproposito parlavano e parlano.Con poche, concise e precise parole, l’autore ci ricorda che non c’è molto da scherzare: gli allarmi infondati su presunte infezioni veicolate da incolpevoli nostri nuovi concittadini sono pericolosi; l’unico vero allarme è il razzismo che si traveste da pseudo-sollecitudine nel proteggere se stessi, la propria famiglia e gli “italiani veri”, che come sappiamo devono sempre venire prima.

I nostri concittadini di origine asiatica hanno diritto al nostro rispetto e alla nostra amicizia. In questo momento direi che vengono prima loro, perché sono le vittime di dicerie velatamente razziste.
Non burliamoci più degli affetti dalla Sindrome di Salgari. Sono pericolosi. Grazie, Maurizio Ambrosini, per avercelo ricordato.

Marco Mazzetti
psichiatra, responsabile del Progetto “Ferite Invisibili” della Caritas di Roma
L’articolo è apparso sul sito della Società italiana di medicina delle migrazioni

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