Rafforzare la tutela dei soggetti deboli

A Villa Glori il Master Day di Salute Globale e Migrazioni sul Piano sanitario nazionale

«I fenomeni migratori e le cause da cui scaturiscono sono problematiche talmente complesse che la loro semplificazione ci rende disumani. Per questo l’executive master punta anzitutto al confronto e alla condivisione delle diverse esperienze». Così don Benoni Ambarus, direttore della Caritas di Roma, ha salutato i partecipanti alla tavola rotonda “La tutela dei soggetti deboli a distanza di 20 anni dal Piano sanitario nazionale 1998-2000” che si è svolta questa mattina a Villa Glori nell’ambito della settima edizione dell’Executive Master in Salute Globale e Migrazioni promosso dalla Caritas in collaborazione con la Fondazione Idente di Studi e Ricerche.

L’incontro, moderato da Giuseppina Paterniti, direttrice del TG3, ha visto la partecipazione di Rosy Bindi, già ministro della Sanità; Maurizio Marceca, presidente della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni; Angelo Tanese, direttore Generale Azienda USL Roma 1.

«Il diritto alla salute – ha dello la ex ministro autrice del Piano sanitario nel 1998 – ha come cardine l’articolo 32 della Costituzione, a quello ci siamo ispirati per redigere le linee guida che sono state un faro in questi venti anni». Per la Bindi «quello della salute è un diritto dell’individuo, non un diritto dei lavoratori o dei cittadini. La salute va assicurata a tutti i soggetti, soprattutto a quelli più deboli: chi non ha lavoro e anche chi non ha residenza». Per l’esponente del Partito Democratico «sono due le componenti che attualmente andrebbero rafforzate e che invece sono le “cenerentole” della sanità: la figura dei medici di famiglia, che dovrebbero essere il perno della prevenzione, e il comparto riabilitativo per le malattie croniche, soprattutto quelle legate all’età e alle malattie mentali».

Angelo Tanese, parlando anche della progressiva privatizzazione della sanità avvenuta negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ha messo in guardia dai pericoli di «dare per scontato il Servizio Sanitario Nazionale, anche se presenza inefficienze, mentre dovremmo concentrare i nostri sforzi per ridurre le disuguaglianze e le disparità».

«Lasciare spazio ai giovani e alle esperienze del volontariato per una maggiore sussidiarietà orizzontala e per una coesione territoriale» è quanto ha chiesto Maurizio Marcera.

Un concetto ribadito dalla giornalista Giuseppina Paterniti ricordando come «la scorciatoia di dividere tra ricchi e poveri è sempre più un’opzione che i politici utilizzano nelle politiche di bilancio».

All’incontro erano presenti oltre settanta tra medici, infermieri, assistenti sociali, mediatori e altri operatori socio-assistenziali che frequentano il Master.

Si tratta del primo corso di studi realizzato in Italia sul tema degli aspetti medici e sociosanitari dell’assistenza agli immigrati e a coloro che soffrono di traumi sociali. Un corso di studi con l’approccio di Salute Globale, fondato sul paradigma dei determinati sociali di salute, per analizzare le diseguaglianze che attraversano le nostre società proponendo strumenti operativi di contrasto.

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